Mani del Sacerdote,
come la culla di Betlemme.
Mani del Sacerdote,
ostensore del Cristo vivente.
Durante gli anni vissuti e che continuo a
vivere, con gioia, a servizio dei fratelli nel mistero della Chiesa, devo
anche registrare di aver visto soffrire tanti confratelli e fra questi anche
chi ha lasciato il ministero sacerdotale. Di questi ultimi ne ho avuti in
quasi tutte le Comunità a me affidate i quali mi sono stati di valido aiuto.
Non li ho considerati “ex” Sacerdoti, cosciente che la Carità viene prima
della stessa legge positiva della Chiesa. Infatti, la Carità è Cristo stesso
riflesso dal volto del fratello; la carità è l’anima dell’azione pastorale
della Chiesa. (cf ICor 13, 1-12; C. DE FRANCO, Diritto Canonico e Carità, la
carità è l’anima dell’azione pastorale della Chiesa, Firenze 1990)
Mons. Mario Jsmaele Castellano, di venerata memoria, già Arcivescovo di
Siena, in un certo contesto, riferendosi a questi Sacerdoti, ebbe a dire:
“Quando un figlio lascia la propria famiglia, probabilmente è perchè in essa
non era sufficientemente capito, amato e stimato”. E rivolgendosi a me, in
procinto di essere inviato alla Diocesi di Tursi-Lagonegro, mi raccomandò:
“Chi si rivolge a te per qualsiasi motivo, fa che non torni indietro con le
lacrime agli occhi anche se ti dovesse costare sofferenza, così, ovunque
sarai farai ...
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