Coordinatori dei gruppi |
Ordinariamente, questo gruppo s’incontra il terzo sabato
d’ogni mese dopo la S. Messa vespertina a partire dal mese
d’ottobre per la formazione e programmazione.
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Azione Cattolica |
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PER LA
CHIESA E PER LE CITTÀ.
INSIEME!
Per la chiesa e per le città: questo è il motto che
sabato 31 Gennaio ha visto riuniti tutti i settori
dell’ A. C. nella parrocchia dei Sacri Cuori per
rinnovare l’adesione con la consegna delle tessere
alla presenza del nostro parroco don Carmine De
Franco.
E’ stato bello incontrarsi, pregare, cantare e fare
festa.
Abbiamo messo insieme le testimonianze di un adulto,
di un giovane, di un giovanissimo e ... |
...
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LA PACE
PATRIMONIO DELL’UMANITA’
Sabato 19 gennaio alle ore 15,30 i gruppi di
catechismo della parrocchia dei Sacri Cuori ed alcuni
gruppi della parrocchia di San Girolamo si sono dati
appuntamento in largo S. Girolamo per partecipare alla
marcia della pace, organizzata dall’Azione Cattolica.
Giovani, bambini, genitori, responsabili dei |
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Breve
messaggio della Presidente
per l'anno associativo della A.C. della Parrocchia dei Sacri
Cuori di Castrovillari
Oggi 4 ottobre festa di San Francesco D’Assisi, inizia l’anno
associativo nella nostra parrocchia. Si è scelto questo giorno
perché San Francesco è il nostro patrono. In questo triennio
dobbiamo tenere presenti tre temi che ci sono stati consegnati
da Papa Giovanni Paolo II a Loreto. Essi sono: contemplazione,
comunione e missione. Questo è l’anno della contemplazione e
della sequela, seguire Gesù Cristo con l’obiettivo di chi si
mette in viaggio e vuole contemplare il volto del Risorto. Un
saluto va innanzitutto al Parroco assistente parrocchiale, ai
giovani, agli adulti e agli acierrini. Ai giovani, affinchè
possano vedere sempre più Gesù Cristo come punto di
riferimento e da contemplare; agli adulti che con la loro
esperienza e maturità possano essere autentici testimoni di
Gesù Cristo nel gruppo e in associazione; un caro saluto va
anche agli acierrini che, pur non essendo presenti ma
rappresentati dai loro educatori sono la cellula vitale della
Chiesa.Voglio concludere questo questo messaggio dicendo che:
“non si educa solo con quello che si è ma con quello che si
fa”. Fedeli al messaggio educativo, “Non abbiate paura è
Risorto”, auguro buon anno associativo a tutti.
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AZIONE CATTOLICA PARROCCHIALE
Un cenno per non dimenticare e proseguire
in avanti con gioia sul tracciato del Santo Padre
Giovanni Paolo II
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In questo non breve periodo della sua storia, l’A. C. I. ha
portato a maturazione copiosi germi di idee-forze che hanno
contribuito a rinnovare il fervore spirituale e lo slancio di
schiere numerose di membri attivi della Chiesa e di molte
comunità cristiane. L’A.C.I. dopo il Concilio Vaticano II, in
spirito di servizio, si presenta alla coscienza della comunità
civile ed ecclesiastica del Paese, intensificando la propria
presenza missionaria ed asserendo così la propria attualità
perché “ministra del Vangelo” “mandata” e “serva” per la vita
degli uomini. Le vicende dell’ A.C.I. in questi ultimi anni si
sono intrecciate con la dinamica della vita ecclesiale,
riscoprendo così la propria vocazione originaria: esistere ed
operare per l’evangelizzazione, ritrovando in ciò, con
chiarezza, il proprio autentico volto. E all’interno di questo
piano pastorale, in concomitanza con l’emergere del tema e del
movimento di Evangelizzazione e promozione umana, l’A.C.I. è
stata pure aiutata e stimolata a dare spessore e rilevanza
storica alla sua scelta religiosa. Qui infatti “l’A .C. I
trova il suo punto massimo di convergenza, di collaborazione
piena e di testimonianza nella vita della Chiesa in Italia”.
Si è andato così via via specificando il suo impegno:
promuovere evangelizzando. Perseguendo il compito affidatole,
l’A.C. intende qualificare e specificare la propria tensione
missionaria, operando in special modo su un duplice fronte:
nel compito pastorale di concostruttori della Chiesa locale e
delle comunità parrocchiali; nel formare famiglie capaci di
riscoprire continuamente e di testimoniare la forza creatrice
del Sacramento che la costituisce, segno originale della
presenza del Signore tra tutti gli uomini. E’ bene che
l’associazione si configuri come parrocchiale: A.C.P. “Sacri
Cuori”. Ciò non impedisce rapporti d’interscambio e di linee
programmatiche con altre associazioni presenti sul territorio
cittadino. Avendo notata la precarietà in cui si trova
l’associazione, è bene che il consiglio s’incontri, per un po’
di tempo, alla presenza del Parroco. E’ opportuno che l’azione
formativa dell’A.C.P. venga considerata distinta dalla
catechesi ordinaria. Attualmente l’A.C. conta pochi soci in
tutti i settori. Vogliamo proprio sperare che per il futuro,
con l’aiuto di Dio, possa essere secondo le aspettative della
Chiesa. I Vescovi della Calabria raccomandano a tutti di
seguire vivamente la pastorale ordinaria ed unitaria, con i
suoi momenti di liturgia, di formazione, di comunione, di
comunicazione e di impegno verso il territorio. “Raccomandiamo
anche che i differenti aspetti e tutte le attività della vita
cristiana ed ecclesiale debbano essere ricondotti a questi
momenti basilari. Ribadiamo infatti il valore della crescita
comunitaria, prima ancora che associativa, e della
testimonianza che paga di persona, prima ancora delle forme
associative organizzative. Sulle aggregazioni non
parrocchiali, parallele o affiancate a quelle parrocchiali,
desideriamo pronunciare una parola ugualmente chiara: devono
essere integrate nella pastorale parrocchiale ordinaria e non
so possono sostituire ad essa, come se fossero alternative. In
ogni caso, ricordiamo il valore dell’Azione Cattolica, come
strumento associativo, che raccomandiamo in maniera
preferenziale”. Una preferenza che impone ad ogni membro
dell’associazione spirito di collaborazione e responsabilità
di fronte alle innumerevoli esigenze della realtà
socio-culturale-religiosa del momento in cui l’uomo, più che
professarsi ateo, diceva Paolo VI, è indifferente ai valori
dello spirito. Quel che preoccupa di più è che proprio i
cristiani vivono una fede disgiunta dalla prassi che esprime
il contenuto della fede professata con le labbra. Oggi,
quindi, la Chiesa è chiamata ad evangelizzare se stessa. A
distanza di tempo Giovanni Paolo II, nella Tertio Millennio
Adveniente, individua coraggiosamente “tra le varie forme di
antitestimonianza e di scandalo” da parte dei cristiani2 (n.
33), l’indifferenza religiosa, una religiosità vaga,
disimpegnata, la mancanza di effettiva incidenza pratica e
sociale della fede degli “stessi figli della Chiesa”3 (n. 33).
L’A.C., essendo un’associazione composta da cristiani fedeli
laici in stretta collaborazione con i Pastori di anime, per
offrire il massimo aiuto nell’esercizio pastorale, per la
realizzazione della Civiltà dell’Amore, terrà sempre in
massima considerazione la parola del magistero, soprattutto
quello del Santo Padre che aiuta, oltretutto, a dare un
orientamento più ecclesiale al suo particolare carisma. “È
fondamentale, al riguardo, che ogni movimento si sottoponga al
discernimento dell’Autorità ecclesiastica competente. Per
questo nessun carisma dispensa dal riferimento e dalla
sottomissione ai pastori della Chiesa. Con chiare parole il
Concilio scrive: “Il giudizio sulla loro (dei carismi)
genuinità e sul loro esercizio ordinato appartiene a quelli
che presiedono nella Chiesa, ai quali spetta specialmente, non
di distinguere lo Spirito, ma di esaminare tutto e ritenere
ciò che è buono (cfr. ITs 5,12; 19,21)” (Lumen gentium, 12).
Questa è la necessaria garanzia che la strada che percorrete è
quella giusta! Nella confusione che regna nel mondo d’oggi, è
così facile sbagliare, cedere alle illusioni. Nella formazione
cristiana curata dai movimenti non manchi mai l’elemento di
questa fiduciosa obbedienza ai vescovi, successori degli
Apostoli, in comunione con il Successore di Pietro! Conoscere
i criteri di ecclesialità delle aggregazioni laicali, presenti
nell’esortazione apostolica Christifideles laici (cfr. n. 30).
Vi chiedo di aderirvi sempre con generosità e umiltà inserendo
le vostre esperienze nelle Chiese locali e nelle parrocchie, e
sempre rimanendo in comunione con i pastori e attenti alle
loro indicazioni”. Siamo figli di Dio, pensati e creati come
esseri in relazione. Riconoscere l’altro e rispettarlo è
pertanto essenziale. Questa consapevolezza fa sì che nella
nostra esperienza di soci di A.C. ci apriamo alle esigenze, ai
sentimenti, ai pensieri dei nostri simili con spirito di
tolleranza e di accoglienza gratuita, senza pregiudizi di
alcun tipo. Educandoci agli atteggiamenti di continuo
confronto con l’altro, sviluppiamo il senso
dell’interdipendenza e possiamo realmente partecipare alla
costruzione di un mondo riconciliato, fondato sulla pace,
sullo sviluppo sociale, culturale ed economico di ogni popolo.
L’Azione Cattolica è presente e opera attivamente nella
Diocesi di Cassano Ionio sin dal suo nascere, basta scorrere i
Bollettini, organo ufficiale della Diocesi. E’ stata tenuta
sempre in alta considerazione dai vescovi e dal Clero, specie
nel periodo pastorale del Venerabile Pastore Mons. Raffaele
BARBIERE.
Il Santo Padre, Giovanni Paolo II, nel messaggio agli
Assistenti dell’A. C. I, mentre esalta il ruolo della
Parrocchia, la indica all’A. C., come luogo di formazione e
dove esprimere il suo particolare carisma in comunione,
naturalmente, con il Vescovo e il Parroco:
1. Sono lieto di salutarvi in questa occasione, che vi vede
radunati a Roma per il Convegno nazionale sul tema: "Fare
nuova l'Azione Cattolica in Parrocchia". Un particolare saluto
rivolgo all'Assistente Generale, mons. Francesco Lambiasi, e
alla Presidente Nazionale, dottoressa Paola Bignardi. Voi
state riflettendo in questi giorni su come l'Azione Cattolica
può contribuire, all'inizio del nuovo millennio, a ridisegnare
il volto della parrocchia, struttura-base del corpo
ecclesiale. L'esperienza bimillenaria del Popolo di Dio, come
è stato del resto autorevolmente ribadito dal Concilio
Vaticano II e dal Codice di Diritto Canonico, insegna che la
Chiesa non può rinunciare a strutturarsi in parrocchie,
comunità di credenti radicate nel territorio e collegate tra
di loro attorno al Vescovo nella rete della comunione
diocesana. La parrocchia è la "casa della comunità cristiana"
a cui si appartiene per la grazia del santo Battesimo; è la
"scuola della santità" per tutti i cristiani, anche per coloro
che non aderiscono a determinati movimenti ecclesiali o non
coltivano particolari spiritualità; è il "laboratorio della
fede" in cui vengono trasmessi gli elementi basilari della
tradizione cattolica; è la "palestra della formazione", dove
si viene educati alla fede ed iniziati alla missione
apostolica. Tenendo conto dei rapidi cambiamenti che
caratterizzano questo avvio di millennio, è necessario che la
parrocchia avverta più forte il bisogno di vivere e
testimoniare il Vangelo, intessendo un dialogo proficuo con il
territorio e con le persone che vi risiedono o vi trascorrono
una parte significativa del loro tempo, riservando particolare
attenzione a quanti vivono nel disagio materiale e spirituale
e sono in attesa di una parola che li accompagni nella loro
ricerca di Dio. 2. Il legame tra la parrocchia e l'Azione
Cattolica Italiana è da sempre molto stretto. Nelle comunità
parrocchiali l'Azione Cattolica ha anticipato in modo
capillare e con intuito profetico l'aggiornamento pastorale
del Concilio e ne ha accompagnato nel corso degli anni il
cammino di attuazione. Ha portato nella parrocchia la
sensibilità e le istanze di quanti risentono, nella fatica del
vivere di ogni giorno, i riflessi di quel cambiamento che
tocca in vario modo ogni persona, prima ancora che le
comunità, e interessa gli ambienti di vita prima che
l'organizzazione della pastorale. Molto resta ancora da
compiere. A quarant'anni dal suo inizio, il Vaticano II
continua ad essere "una sicura bussola" per orientare la
navigazione della barca di Pietro (cfr Novo millennio ineunte,
57) e i documenti conciliari rappresentano "la porta santa"
che ogni comunità parrocchiale deve attraversare per entrare
non solo cronologicamente ma soprattutto spiritualmente nel
terzo millennio dell'era cristiana. Sono certo che l'Azione
Cattolica non farà mancare all'indifferibile opera di
rinnovamento delle parrocchie l'apporto di una quotidiana
testimonianza di comunione; sarà pronta a prestare il proprio
servizio nella formazione di laici maturi nella fede, portando
in ogni ambiente l'ardore apostolico della missione. Una
spiritualità di comunione, vissuta con il Vescovo e con la
Chiesa locale: ecco il contributo che l'Azione Cattolica
Italiana può dare alla comunità cristiana. A questo proposito
mi piace richiamare quanto scrivevo nella Lettera apostolica
Novo millennio ineunte: "Prima di programmare iniziative
concrete occorre promuovere una spiritualità della comunione,
facendola emergere come principio educativo in tutti i luoghi
dove si plasma l'uomo e il cristiano, dove si educano i
ministri dell'altare, i consacrati, gli operatori pastorali,
dove si costruiscono le famiglie e le comunità. Spiritualità
della comunione significa innanzi tutto sguardo del cuore
portato sul mistero della Trinità che abita in noi e la cui
luce va colta anche sul volto dei fratelli che ci stanno
accanto" (n. 43). 3. Solo un'Azione Cattolica rinnovata può
contribuire a rinnovare la parrocchia. Accompagnate perciò,
carissimi Assistenti, l'Associazione nel cammino di
rinnovamento lucidamente prospettato e coraggiosamente
intrapreso dall'ultima Assemblea nazionale. Sostenetela con il
vostro ministero presbiterale, perché il "coraggio del futuro"
e la "fantasia della santità", che lo Spirito del Signore non
farà certamente mancare ai responsabili e agli aderenti, la
rendano sempre più fedele al proprio mandato missionario. Vi
esorto a contribuire, con la fecondità del vostro ministero
sacerdotale, alla promozione di una vasta e capillare opera
educativa, che favorisca l'incontro tra la freschezza del
Vangelo e la vita spesso insoddisfatta e inquieta di tante
persone. Per questo occorre assicurare all'Associazione
responsabili, educatori e animatori ben formati, e suscitare
figure laicali capaci di forte slancio apostolico, che rechino
in ogni ambiente l'annuncio del Vangelo. In tal modo l'Azione
Cattolica potrà riesprimere il proprio carisma di Associazione
scelta e promossa dai Vescovi, mediante una collaborazione
diretta e organica con il loro ministero per
l'evangelizzazione del mondo attraverso la formazione e la
santificazione dei propri aderenti (cfr Art. 2 Statuto). In
occasione della XI Assemblea nazionale della vostra
Associazione, ho avuto modo di sottolineare come un autentico
rinnovamento dell'Azione Cattolica sia possibile mediante
"l'umile audacia" di fissare lo sguardo su Gesù, che fa nuove
tutte le cose. Solo mantenendo gli occhi rivolti verso di Lui,
si è in grado di distinguere ciò che è necessario da quanto
invece non lo è. A voi chiedo di assumere per primi questo
sguardo contemplativo per rendere testimonianza della novità
di vita che ne scaturisce a livello personale e comunitario.
L'indispensabile rinnovamento strutturale e organizzativo sarà
il risultato di una singolare "avventura dello Spirito", che
comporta la conversione interiore e radicale delle persone e
delle associazioni ai vari livelli: parrocchiale, diocesano e
nazionale. 4. Al servizio di questo impegno formativo e
missionario ponete, carissimi, le vostre migliori energie: la
sapienza del discernimento spirituale, la santità della vita,
le varie competenze teologiche e pastorali, la familiarità di
relazioni semplici e autentiche. Nelle associazioni diocesane
e parrocchiali siate padri e fratelli capaci di incoraggiare,
di suscitare il desiderio di un'esistenza evangelica, di
sostenere nelle difficoltà della vita i ragazzi, i giovani,
gli adulti, le famiglie e gli anziani. Abbiate a cuore
l'educazione di personalità cristiane forti e libere, sapienti
e umili, in grado di promuovere una cultura della vita, della
giustizia e del bene comune. Il Papa vi è vicino e vi
incoraggia a non perdervi d'animo, soprattutto quando, dovendo
contemperare il servizio di Assistente con altri incarichi in
Diocesi, vi capita di sperimentare la fatica e la complessità
di un tale ministero. Siatene certi: l'essere Assistenti
dell'Azione Cattolica, proprio per la singolare relazione di
corresponsabilità insita nell'esperienza stessa
dell'Associazione, costituisce una sorgente di fecondità per
il vostro lavoro apostolico e per la santità della vostra
vita. Desidero, infine, cogliere questa occasione per invitare
tutti i presbiteri a "non aver paura" di accogliere in
parrocchia l'esperienza associativa dell'Azione Cattolica. In
lei, infatti, potranno trovare non solo un valido e motivato
sostegno, ma una vicinanza e un'amicizia spirituale, insieme
alla ricchezza che proviene dalla condivisione dei doni
spirituali d'ogni componente della Comunità. Affido questi
auspici, come pure quelli che ciascuno di voi porta nel cuore,
all'intercessione di Maria, Madre della Chiesa, ed imparto di
cuore a voi e a tutti i presbiteri, che con voi esercitano il
ministero di Assistente dell'Azione Cattolica nella Chiesa
Italiana, la mia Apostolica Benedizione.
AD OGNI MEMBRO DELL’A.C.P.
Questo documento, soprattutto il messaggio del Papa, il
documento della XII assemblea nazionale dell’A.C., ti devono
accompagnare per tutto l’anno associativo: li mediti, ne vivi
il contenuto insieme agli educatori ai quali devi rispetto e
obbedienza come a fratelli e sorelle maggiori e collaboratori
del Parroco, tenendo come punto di riferimento l’assistente
ecclesiastico che coincide con il Parroco per quanto concerne
la formazione spirituale.
Durante l’anno associativo è necessario che tu faccia
riferimento ai seguenti documenti: La parola di Dio perché ti
sia di luce e guida certa nel tuo cammino di formazione; allo
statuto dell’A. C. I. perché tu possa conoscere la struttura
dell’associazione, le finalità che si propone, il suo
particolare carisma e farne anche motivo di attenda
riflessione; ai documenti del Concilio, del magistero
ordinario e straordinario della Chiesa e della presidenza
dell’A.C.I sia nazionale sia diocesana.
Come membro della primaria benemerita A. C. I., dopo che hai
preso atto del messaggio del Santo Padre agli Assistenti,
collaborare con il Parroco per il bene della comunità, diventa
per te motivo di gioia. Partecipare alla santa Messa in
maniera attiva, darsi dei tempi di preghiera personale, vivere
il sacramento della riconciliazione ecc. … diventa una ragione
di vita. Scoprirai che L’A.C. è una vera palestra di
formazione integrale della persona.
1. Cf. C.E.C. “Varcheranno la porta ed usciranno per essa”.
(Mi 2,12).
2. Cf. Giovanni Paolo II, Tertio Millennio adveniente, n. 33.
Id. n. 36.
3. Discorso di Giovanni Paolo II all’Incontro Mondiale dei
Movimenti, Roma,
30.5.1998.
4. Vita Diocesana – Bollettino Eucaristico, Anno 54, n. 1,
novembre ’74.
5. Id., anno 57, n.1, marzo ’78, p. 94
6. Id., anno 59, n. 1, luglio ’79 – maggio ’89, pp. 73-89,
precedenti e ss.
7.Testo su movimenti e gruppi ecclesiali
8. Messaggio del Santo Padre agli Assistenti dell’A. C. I.,
Dal Vaticano, 19 febbraio 2003
Sac. Carmine DE FRANCO
Parroco
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Azione
Cattolica Parrocchiale - Elenco Aderenti 2005 |
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A.G.E.S.C.I. 1955 - 2005 |
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A G E S C I
Cv. 1, di cuore, buon compleanno da Parroco
e dalla comunità dei Sacri Cuori.
1955-2005 |
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DAL VOSTRO BALAOO
Cari lupetti, vi voglio veramente bene, vi auguro un anno ricco
di momenti fatti di nuove e belle esperienze per arricchire la
vostra gioia di essere scout, ricordando giorno dopo giorno
l’invito di Gesù: Vieni seguimi... |
continua
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Amore per il servizio
e il sacrificio fino all’eroismo |
Francesco Gaetani, il 1955 riuscì, con non pochi sacrifici,
ad organizzare a Castrovillari il primo gruppo A.S.C.I.(Associazione
Scout Cattolici Italiani) che battezza con il nome di
Cv1(Castrovillari 1). Il 1974, avviene la fusione fra
l’A.S.C.I. e l’A.G.I. dando vita all’A.G.E.S.C.I.
Questa associazione, ben strutturata al suo interno, è nata
con la Chiesa del “Sacri Cuori”, anche se il titolo dell’epoca
era ancora “S. Giuliano in S. Lucia”. Questa associazione,
guidata amorevolmente dalla Comunità Capi e curata
dall’Assistente Ecclesiastico che ha coinciso sempre con il
Parroco e quindi il primo è stato D. Carmine Donadio, per un
breve periodo da D. Attilio Fuscaldi, D. Dalvatore Di Marco e
ora l’attuale Parroco.
L’A.G.E.S.C.I. per l’intera comunità di Castrovillari è un
dono di Dio. È un ambito nel quale, anche se
attraverso naturali difficoltà e comprensibili disagi, ogni
figlio di questa città ha avuto e ha, come in ogni altro
gruppo ecclesiale, l’opportunità di crescere spiritualmente ed
umanamente, attingendo gli insostituibili valori cristiani; ad
ognuno viene data la possibilità di formarsi integralmente.
Purtroppo, in questi ultimi anni, si è riscontrato che è stata
data assai importanza all’azione e si è dato poco tempo alla
formazione. Ciò ha comportato un calo del senso di Chiesa
intesa come ambito nel quale ognuno realizza integralmente se
stesso come cristiano, e quindi una perdita del senso del
“bene comune”. Si è accentuata la difficoltà a collaborare, a
spendersi, insieme ad altri, per qualcosa che può essere utile
a tutti. In questo contesto, la Parrocchia intende impegnarsi
affinché, attraverso la vita associativa, si aumenti la rete
di comunicazione, di conoscenza reciproca e di dialogo, per un
cammino capace di coinvolgere, ancora oggi, tanta gente sulla
strada della partecipazione, della pienezza di vita, della
responsabilità.
Nasce quindi la necessità di educare al valore della
partecipazione intesa in primo luogo come coscienza del
proprio “appartenere ad una comunità più ampia della famiglia
e della"città”che è la Chiesa, popolo santo di Dio. Avendo
chiari questi motivi occorre fare chiarezza sugli
atteggiamenti concreti da perseguire affinché ogni membro si
trovi non solo a “parlare” ma a “fare esperienza” di
partecipazione. L’ideatore dello scoutismo è Robert Baden
Powel che ha sempre visto nello spirito la ricchezza e la
forza dell’uomo e nella religiosità un talento da riconoscere
e sviluppare se si vuole ottenere la crescita armonica della
persona. Nel libro dei CAPI, R.B.P. traccia il fine dello
Scoutismo: “lo scopo dell’educazione Scout è quello di
migliorare le qualità dei nostri futuri cittadini,
specialmente per quanto riguar da il carattere e la salute, di
sostituire l’egoismo con il servizio,rendere i giovani
individualmente efficienti, sia nel fisico, che nel morale, al
fine di utilizzare questa efficienza al Servizio del
prossimo”. Un programma, che prende tutta la persona: fisico,
spirito e anima e ne sviluppa la personalità per farne un buon
cittadino. Lo Scoutismo, come ogni altro ambito ecclesiale, è
la scuola che forma le coscienze, ponendo le basi attraverso
l’azione mirata, saggia, prudente, guidata dall’Assistente
Ecclesiastico, per un futuro inteso come “civiltà dell’amore”.
Espressione tanto cara a
Giovanni
Paolo II, che indica un passaggio di qualità, oltre che di
età, verso il terzo millennio. Lo Scoutismo propone un “tipo
di uomo” che ha in sé, come dono di Dio, i mezzi del proprio
sviluppo, capace di creare e costruire, aperto alla scoperta
del mondo dell’altro, del trascendente, libero e responsabile
della propria crescita globale (spirito e corpo). La fede
cristiana assume tutti questi elementi, l’illumina e li
riconosce come suoi. Quando ciò avviene, essi divengono segno
e strumenti del progetto di salvezza realizzato dal padre nel
Figlio. Allora lo scoutismo può diventare luogo di una
autentica rivelazione di Gesù Cristo Signore. I Capi cattolici
vivono la loro ricerca ed il loro impegno cristiano camminando
insieme agli Scouts. Condividendo la loro storia essi offrono
agli Scouts condizioni per far nascere una comunità nella
quale la parola di Dio sia conosciuta, accolta, vissuta e
celebrata. Questo impegno è realizzato in collaborazione con
Sacerdoti disposti a condividere questa strada con l’apporto
specifico del loro ministero nella Chiesa. La spiritualità
Scout, vissuta nella fede, appare in piena luce cristiana ed
ecclesiale. La Comunità Scout Cv 1 dei “Sacri Cuori” si
distingue per la sua sincera appartenenza e comunione con la
Chiesa. Ogni membro del Cv 1 sente più forte il bisogno di
essere testimone esemplare di Cristo, con una vita improntata
al servizio, al sacrificio fino all’eroismo come si addice ai
figli spirituali di R. B. Powell. I Capi sono chiamati a
vivere il carisma dello Scoutismo all’interno del branco e
reparto. Per assolvere dignitosamente al loro delicato
compito, quasi missionario, è necessario che i capi sentano
l’urgenza di frequentare corsi di aggiornamento, convegni
formativi per dare il meglio di sé a favore del gruppo. Lo
Scoutismo è, come già detto, essenzialmente momento e luogo di
formazione e d’informazione delle coscienze secondo valori
veri ed inalienabili che solo dal Vangelo, dai documenti del
magistero della Chiesa possono essere attinti. Infine, è bene
tener presente un pensiero dei nostri Vescovi: “Raccomandiamo
vivamente a tutti di seguire la pastorale parrocchiale
“ordinaria” ed “unitaria”, con i suoi momenti di liturgia, di
formazione, di comunione, di comunicazione e di impegno verso
il territorio. Ricordiamo anche che i differenti aspetti e
tutte le attività della vita cristiana ed ecclesiale devono
essere condotti a questi momenti basilari. Ribadiamo infatti
il valore della crescita comunitaria, prima ancora che
associativa, e della testimonianza che paga di persona, prima
ancora delle forme organizzative. Sulle aggregazioni non
parrocchiali, parallele o affiancate a quelle parrocchiali,
desideriamo pronunciare una parola ugualmente chiara: devono
essere integrate nella pastorale parrocchiale ordinaria e non
si possono sostituire ad essa, come se fossero alternative. La
parrocchia riconosce nei movimenti la ricchezza, lo slancio,
la capacità di rinnovamento, la radicalità e la volontà di
dedicarsi a una causa; si apre cordialmente a questa ventata
di aria fresca che lo Spirito Santo suscita all’interno delle
comunità cristiane, ma al tempo stesso non può rinunciare alla
sua identità di casa comune che offre a tutti la possibilità
di una appartenenza ecclesiale che esige come condizione sola
ed esclusiva di essere battezzati e di professare la fede
cattolica. Per questo la parrocchia salva se stessa non
rendendosi simile a questo o quel movimento particolare, ma
proprio accettandoli tutti e non assimilandosi a nessuno. La
comunità-parrocchia non si definisce perché realizza una
serra, ma perché copre un territorio. L’unico biglietto
d’ingresso è il battesimo, la destinazione è il mondo”.
A questo pensiero aggiungo quello autorevole del Santo Padre
inviato all’Assistente generale, Mons. Diego Coletti, in
occasione del consiglio generale Agesci per il XXV
anniversario
di fondazione dell’Associazione: “...mi unisco spiritualmente
a tutti i partecipanti all’incontro, facendo pervenire un
cordiale messaggio alla benemerita famiglia delle Guide e
degli Scout Cattolici italiani, ispirato da sentimenti di
stima e di affetto. Ricordare venticinque anni di storia
costituisce un motivo di ringraziamento a Dio per il cammino
percorso ed un’occasione propizia per un bilancio
dell’esperienza accumulata. Mi piace richiamare qui quanto
ebbi a scrivere in occasione della Route nazionale del 2
agosto 1997 che, cioè, ogni membro dell’Agesci deve guardare
avanti e “come una sentinella scrutare l’orizzonte per
discernere tempestivamente le frontiere sempre nuove verso cui
lo Spirito del Signore vi chiama”
(Messaggio all’assistente Ecclesiastico Generale dell’Agesci,
2 agosto 1997: L’Osservatore Romano, 10 agosto 1997, p. 4). Mi
rivolgo a voi, carissimi Capi e responsabili, Guide e Scuot,
per ricordare che la prima frontiera verso cui tendere è la
nuova evangelizzazione. Con il vostro inconfondibile stile e
con il vostro specifico metodo educativo, annunciate sulle
strade del mondo la verità del Vangelo mediante la fedele
adesione a Cristo e al suo eterno messaggio di salvezza.
Occorre, a tal fine, saper coniugare l’amicizia con Lui e la
fedeltà alla sua parola con lo sforzo di comprendere le
situazioni reali in cui si trova la gioventù d’oggi. Si
delinea così per la vostra famiglia associativa un altro
traguardo da raggiungere: è la cosiddetta “sfida educativa”,
espressione a voi familiare. Anche da questo punto di vista,
il metodo scuot mostra la sua peculiare genialità e la sua
attualità, perché i percorsi educativi e gli itinerari di
formazione alla fede e alla vita diventano oggi sempre più
complessi. Essi richiedono da parte degli educatori una
preparazione sempre più qualificata e pertinente. In
particolare, occorre saper ascoltare e coinvolgere la persona
in crescita, invitarla ad accogliere una proposta chiara e
forte, capace di far appello alla sua libertà ed alla sua
coscienza critica. Carissimi Capi Educatori ed Assistenti
Ecclesiastici, non abbiate timore di proporre ai giovani i
grandi ideali, poiché lo Scoutismo è palestra per
l’allenamento alle virtù difficili. Dinanzi agli occhi dei
ragazzi e delle ragazze che incontrate ponete la figura del
Cristo: il suo eroismo e la sua santità. E voi, in qualità di
Capi e Responsabili, non mancate mai di essere per loro di
esempio, di sostegno e di valido incoraggiamento. Altro
obiettivo a cui mirare è quello di un mondo più umano, più
giusto e più sereno, alla cui edificazione lavorare insieme
con tutte le forze sane della società. È, questa, una sfida
che possono adeguatamente affrontare solo uomini e donne
consapevoli e liberi, illuminati dal Vangelo, formati alla
partecipazione attiva e alla responsabile condivisione in
campo civile. In questo contesto, si presenta oggi, con
drammatica attualità, la necessità di educare la gioventù alla
pace. So che, in merito, le Guide e gli Scout Cattolici
italiani operano con lodevole sensibilità e possono iscrivere
al loro attivo un’azione assidua ed incisiva a favore della
“cultura della pace” e della “civiltà dell’amore”. Ecco
delineate tre frontiere, tre mete da perseguire:
l’evangelizzazione, la sfida educativa e la costruzione di un
mondo di pace. Nel vostro Patto Associativo sono evidenziate
alcune preziose indicazioni per raggiungerle... Vi
guidi e vi accompagni nel vostro quotidiano itinerario la
vergine della Strada. Vi protegga San Giorgio, Patrono della
vostra Associazione. E vi sia di conforto la Benedizione
Apostolica che vi dò di cuore, volentieri estendendola a tutti
i membri dell’Associazione ed alle rispettive famiglie”.
Tutti gli altri gruppi Scout presenti sul territorio di
Castrovillari, per vari naturali vicissitudini anche
provvidenziali, sono figli del Cv1, anzi, ne sono la sua
emanazione e quindi la propria casa madre.
IL PARROCO
Sac. Carmine DE FRANCO |
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Rinnovamento nello
Spirito Santo |
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LO SPIRITO SANTO E’ LA NOSTRA
FORZA |
“In ogni Diocesi fare
costante riferimento al Vescovo,
secondo le esigenze della comunione ecclesiale;
osservare fedelmente le norme liturgiche
ed evitare comportamenti
inclini al sensazionalismo e miracolismo”1. |
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Al Rinnovamento nello Spirito Santo, come ad ogni altro
gruppo ecclesiale, che vive di fatto in questa
dimensione,viene chiesto di esprimere nella prassi il
proprio carisma, quello che lo caratterizza all’interno
della Comunità, avvertendo l’urgenza di essere a servizio
gli uni degli altri in Cristo. Il Signore ricorda ed
ammonisce: “da come vi amerete vi riconosceranno miei
amici”. Specialmente in questo particolare momento
storico, in cui i valori veri: quelli della solidarietà,
tolleranza, accoglienza, servizio, ecc… vengono soffocati
dall’egoismo, siamo chiamati, oltre che al massimo
equilibrio, ad amare e servire il fratello alla maniera
del samaritano. Insomma, a scrivere oggi con la vita la
propria storia
secondo la sapienza del Padre come Chiesa. È vero, è un
periodo dalle tinte un po’ fosche, ma non mancano
orizzonti di luce che possiamo estenderli, offrendo ad
ogni fratello sentimenti di speranza in un futuro nel
quale ogni uomo si possa vedere rispettato per quello che
è: figlio di Dio. Il Rinnovamento nello spirito Santo, per
fare tutto questo, ha bisogno di curare prima l’interno
del gruppo e guarirlo da sterili forme di protagonismo e
da sentimenti contrari al suo stato, tenendo
particolarmente presente la Parola del Signore: “Nessuna
parola cattiva esca dalla vostra bocca: ma piuttosto
parole buone che possano servire per la necessaria
edificazione, giovando a quelli che ascoltano. E non
vogliate rattristare lo Spirito Santo di Dio, col quale
foste segnati per il giorno della Redenzione. Scompaia da
voi ogni asprezza, sdegno, ira, clamore e maldicenza con
ogni sorta di malvagità. Siate invece benevoli gli uni
verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda
come Dio ha perdonato a voi in Cristo”.3mQuando stendete
le mani, io distolgo gli occhi da voi; anche se
moltiplicate le preghiere, io non ascolto. Lavatevi,
purificatevi, togliete dalla mia vista il male delle
vostre azioni.Cessate di fare il male, imparate a fare il
bene, ricercate la giustizia…”4. Mentre godete della
fraterna stima e riconoscenza, venite esortati a sentirvi
corresponsabili della crescita umana, civile e spirituale
della Comunità, che è parte significativa, sotto tanti
aspetti, della cara gente di Calabria, la quale ha il
diritto di sentirsi amata e sostenuta affinché possa
continuare a vivere momenti sempre più esaltanti della sua
storia. Aiutiamola a mostrare il suo vero volto: quello
dell’accoglienza, della solidarietà, soprattutto la sua
fede bimillenaria, ben radicata nel cuore dei suoi figli;
a riscoprire le sue ricchezze naturali, uniche al mondo,
ma soprattutto il suo altrettanto unico patrimonio
culturale, storico, che affonda le sue radici,
specialmente quelle cristiane, nel suo passato glorioso, i
cui segni sono ancora vivi nei gesti (interessanti sotto
il profilo antropologico), nella sua religiosità popolare
che certamente va orientata all’unico ed essenziale punto
di riferimento che è Gesù Cristo, Signore, unico
Salvatore. Quindi, questa nostra terra di Calabria, al di
là del male presente qui come in ogni altra parte di
Italia, possiede uomini sapienti e saggi. Fatevi servire e
guidare nelle cose che riguardano Dio. D’altronde questo è
il compito di ogni sacerdote, pastore di anime. Egli,
infatti: “preso fra gli uomini, viene educato e costituito
per il bene degli uomini nelle cose che riguardano Dio,
per offrire doni e sacrifici per i peccati: siate, quindi
in mezzo agli altri uomini come fratello in mezzo ai
fratelli”5. Abbiamo già meditato più strettamente sulla
figura di Gesù Cristo, dando risposta alla domanda che
Egli stesso rivolse alla Chiesa nascente: “ma voi chi dite
che io sia?”6. Secondo la famosa affermazione di S. Paolo:
“nessuno può dire: “Gesù è il Signore se non sotto
l’azione dello Spirito Santo”7, abbiamo risposto anche
noi: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente; tu sei
il Signore, il Risorto l’unico Salvatore del mondo. “Ed
effettivamente è così: senza lo Spirito Santo, della cui
voce vogliamo essere costantemente in ascolto, Gesù rimane
un personaggio storico, anche se il più grande, magari un
capo carismatico, il maestro della più alta moralità, ma è
con lo Spirito Santo che Egli è il Risorto, il Vivente”8.
A questo proposito dobbiamo prendere atto che “ L’amore di
Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello
Spirito Santo che ci è stato dato” (Rm 5,5). Ma – continua
così l’altro apostolo, Giovanni – “quale grande amore ci
ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo
siamo realmente!” (1 Gv 3,1). È lo spirito che ci attesta
che siamo figli di Dio. È Lui che, abitando nei nostri
cuori, ci dà il diritto di rivolgerci a Dio e di gridare
“Abbà, Padre!” (Cfr. 8,15-16). Nella confessione di fede
ci rivolgiamo così al Signore: “ Noi in Calabria, dobbiamo
scoprire di più il Tuo e nostro Padre… Quando non vediamo
Dio come Padre c’inventiamo i padroni, ci consegniamo ai
maghi, abbiamo paura dell’occhio degli altri, non
assumiamo la nostra vita come una trama d’amore, non
cogliamo le prove come correzione e ci lasciamo
imprigionare dal freddo fatalismo che, diffusamente,
chiamiamo destino… Credere al Padre ci chiede una
religione nuova, non quella della formalità ma quella del
cuore, non quella dei miracolismi o dei sensazionalismi
emotivi, delle apparizioni o visioni, spesso cercate, se
non inventate, ma quella del sì all’Amore, dell’esperienza
interiore in spirito e verità”9. È da tener presente che
la Sacra Scrittura è Dio presente in mezzo a noi ed è, a
mio modesto parere, gravemente errato aprirla a caso,
leggere e tirare delle conclusioni di vita dal messaggio
del primo versetto che capita di leggere senza considerare
il contesto storico-geografico e averne presente l’intero
messaggio. Dato che questo sistema è usato dal R.n.S., si
tenga presente che “Però, dovendo la Sacra Scrittura deve
essere letta e interpretata con l’aiuto dello Spirito
Santo, mediante il quale è stata scritta, per ricavare con
esattezza il senso dei Sacri Testi, si deve badare con non
minore diligenza al contenuto e alla unità di tutta la
Scrittura, tenuto debito conto della viva Tradizione di
tutta la Chiesa e della analogia della Fede”10.
______1. C.E.I., 2 febbraio 1996.
2. Gv 13,34-35.
3. Ef 4,29-32.
4. Is 1,15-17.
5. Eb 5,1.
6. Lc 9,20.
7. Cor 12,3.
8. A. CANTISANI, Omelia della festa del Patrono, 1998 da
la “Comunità
nuova”, Periodo Diocesano, Catanzaro-Squillace, anno XVII,
n. 13, pag. 6-7.
9. C.E.C., Editoriale Progetto 2000, Cosenza, giugno ’98.
10. Dei Verbum, Cap. III, n. 12.
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MEMBRI |
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Gruppo di Preghiera "S. Pio" |
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UN EVENTO DI GRAZIA
In occasione del 50° anniversario di fondazione
del Gruppo di Preghiera di S. Pio da Pietrelcina,
“Madonna del Castello”, Mons. Domenico Crusco,
Vescovo di S. Marco Argentano-Scalea e
Amministratore Apostolico della diocesi di
Cassano All’Ionio, ha presieduto una solenne
celebrazione eucaristica nella Chiesa dei Sacri
Cuori. Hanno concelebrato il Sac. Carmine De
Franco, ... |
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Gruppo Missionario |
GRUPPO MISSIONARIO “MADONNA DI FATIMA”
Il gruppo missionario è nato nella comunità dei Sacri Cuori
per iniziativa di Suor Orlanda Bifano con il consenso accordo
con il Parroco Sac. Carmine De Franco con il nome di “GRUPPO
MISSIONARIO MADONNA DI FATIMA”.
Questo gruppo, di comune accordo con la Caritas parrocchiale e
Fraternità di Misericordia, che perseguono, se pur in maniera
diversa, gli stessi scopi,
ha il compito:
-Promuovere lo spirito di preghiera come forma e strumento
missionario primario
-Animare l’ottobre missionario
-Promuovere lo spirito missionario nei diversi ambiti della
comunità
-conoscere la realtà socio-religiosa per interventi mirati
-Promuovere l’adozione a distanza
-Adottare ogni anno un intervento umanitario in qualche aria
più disagiata della terra.
Per l’anno 2005-2006 chiedo al gruppo d’impegnarsi per offrire
aiuto alle Suore piccole operaie dei Sacri Cuori che opero in
Albania con acquisto di materiale sanitario o altro per lo
stesso scopo.
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Gruppo, Coro "Sacri Cuori " |
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ELENCO CORO SACRI CUORI
1. CASTROFINO CRISTINA
2. CERBINO PASQUALE
3. CERBINO FELICITA
4. CIRILLO CRISTINA
5. CIRILLO ELEONORA
6. CIRILLO BEATRICE
7. CURINO ANTONIO
8. GAZZANEO VALENTINA
9. IANNITELLI PAOLA
10. MAINIERI SILVIA
11. MANZO ROBERTA
12. MARTIRE ENRICO
13. MARTIRE VALENTINA
14. MILIONE VERONICA
15. ORLANDO FEDERICA
16. OTTATO MARINA
17. POLILLO ELISA
18. SARTORE GIUSEPPE
19. SENATORE FILOMENA
20. SERIO MARTA
21. UCCIERO MIMMA
22. VINCI ROSELLINA |
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Ministri
Straordinari dell'Eucarestia e relative aree di missione |
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MINISTRI SRAORDINARI DELL’EUCARESTIA
e relative aree di missione (2015-2018)
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Gruppo Ostiario |
OSTIARIO E’ COLUI CHE TIENE LE CHIAVI
L’ostiariato era uno degli ordini minori che venivano dati al
seminarista, in ascesa al sacerdozio. Oggi, invece, è un
ministero liturgico secondo lo spirito del Concilio Vat. II.
Ostiario, dal latino porta, cioè, è colui che tiene le chiavi
per aprire e chiudere.
Nella Chiesa latina quest’ufficio di fiducia e di massima
delicatezza, ha avuto sempre grande importanza.
Il compito dell’ostiario non è soltanto quello di chiudere e
aprire puntualmente la chiesa, ma di accogliere i fedeli,
curare il silenzio prima, durante e dopo le celebrazioni,
salvaguardare l’arredo della chiesa, specialmente il cuore
dell’aula liturgica che è l’area presbiterale con al centro
l’altare.
Nella Chiesa dei Sacri Cuori in Castrovillari (Cs) l’ufficio
di OSTIARIO è coperto dai fedeli
Domenico BERGANTINO
Giuliano DE LUCA
Carmela VINCENZI in casi di necessita offrono la loro
disponibilità |
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Gruppo Liturgico |
IL GRUPPO LITURGICO PARROCCHIALE - BREVE NOZIONE
Il ministero del “Gruppo Liturgico”, anche se sotto altre
forme e denominazioni e sempre esistito nella Chiesa, a
seguito della riforma liturgica assume nella Chiesa cattolica
un ruolo importante per la sensibilizzazione dei fedeli laici
alla partecipazione e la preparazione delle celebrazioni
liturgiche.
I Vescovi, nel documento "Eucaristia, comunione e comunità"
(22/5/1983), sottolineano: "La Messa domenicale sia
adeguatamente preparata, coinvolgendo sempre meglio gruppi di
fedeli durante la settimana per la riflessione sui testi
liturgici, particolarmente sulle letture della Scrittura" (n.
78). E nella nota pastorale "Il rinnovamento liturgico in
Italia" (21/9/1983), e ancora: "Ogni comunità avrà modo di
promuovere al suo interno la formazione di gruppi liturgici
per la preparazione e l’animazione delle celebrazioni
soprattutto quelle domenicali e delle feste più importanti"
(n. 9). La sentita esigenza di una liturgia più coordinata che
invita alla preghiera, alla meditazione e alla contemplazione
del mistero esige la presenza di fedeli qualificati. Per
questo "La preparazione pratica di ogni celebrazione liturgica
si faccia di comune intesa fra tutti coloro che sono
interessati rispettivamente alla parte rituale, pastorale e
musicale, sotto la direzione del rettore della chiesa, e
sentito il parere dei fedeli per quelle cose che li riguardano
direttamente" (Principi e norme per l’uso del Messale Romano [PNMR],
n. 73). Data la possibilità che offrono i testi liturgici come
è riportato in PNMR: "Dal momento che è offerta un’ampia
possibilità di scegliere le diverse parti della messa, è
necessario che prima della celebrazione il diacono, il
lettore, il salmista, il cantore, il commentatore, la schola,
ognuno per la sua parte, sappiano bene quali testi spettano a
ciascuno, in modo che nulla si lasci all’improvvisazione.
L’armonica disposizione ed esecuzione dei riti contribuisce
moltissimo a disporre lo spirito dei fedeli per la
partecipazione all’Eucaristia". Da tutto ciò è fortemente
richiesta, nella comunità, la presenza del GL affinché venga
posto in evidenza che la liturgia è un’azione comunitaria:"Le
azioni liturgiche non sono azioni private, ma celebrazioni
della Chiesa, che è "sacramento dell’unità" (...). Perciò tali
azioni appartengono all’intero corpo della Chiesa, lo
manifestano e lo implicano; ma i singoli membri vi sono
interessati in diverso modo, secondo la diversità degli stati,
degli uffici e della partecipazione effettiva" (Sacrosanctum
Concilium) n. 26). Questa comunità dei Sacri Cuori con
discreto senso di ministerialità, i cui membri sono
sufficientemente coscienti che la liturgia è partecipazione
corale; che ha maturato il senso della reciproca
collaborazione alla vita della Parrocchia e quindi della
Chiesa, non dovrebbe incontrare difficoltà ad esprimere un GL
capace, responsabile, competente ed attivo. Detto ciò, fanno
parte del GL il Presbitero non tanto per l’aspetto tecnico, ma
soprattutto teologico. Infatti, "Poiché nella sua Chiesa il
vescovo non può presiedere personalmente sempre e ovunque
l'intero suo gregge, deve costituire necessariamente dei
gruppi di fedeli, tra cui hanno un posto preminente le
parrocchie organizzate localmente e poste sotto la guida di un
pastore che fa le veci del vescovo. (...) Per questo motivo la
vita liturgica della parrocchia e il suo legame con il vescovo
devono essere coltivati nell'animo e nell'azione dei fedeli e
del clero (...)" (SC 42). Dunque, possono essere membri della
GL tutti quei fedeli che in Parrocchia svolgono compiti legati
alla liturgia: animatori della Parola di Dio (lettori,
salmisti), animatori musicali (strumentisti, coristi,
direttore del coro, solisti), coloro che prestano servizio
nell’ambito dell’altare e nei riguardi del presidente della
celebrazione (diaconi, accoliti, ministri straordinari della
distribuzione dell’eucaristia, ministranti), coloro che si
pongono a diretto servizio dell’assemblea (guida del canto
assembleare, commentatore, ministri dell’accoglienza,
incaricati per il riordino e le pulizie della chiesa) senza
escludere l’assemblea.Questi fedeli laici, membri del GL,
devono vivere a stretto rapporto con Parroco, aperti al
servizio e a viverlo come vocazione, desiderosi di migliorare
le celebrazione e i momenti di vita della comunità( eventi
feste religiose ecc. …), disponibili alla formazione per ben
programmare ed infine con spirito di umiltà disporsi ad
esaminarsi e verificare l’operato per operare meglio.
MEMBRI
Sr Orlanda BIFANO •
Maria Antonietta • Maria Pia De Santis • Rosa Maria
Bianco • Carmela Vincenzi • Salvatore Falabella, • Isa
Magnelli • Valentina Martire
Per l'aggiornamento e la formazione, s'incontra con il Parroco
il terzo mercoledì dopo la S. Messa vespertina.
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Gruppo Decoro |
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1988-NASCE IL GRUPPO DECORO
Il gruppo “Decoro” nasce spontaneamente nella parrocchia dei
Sacri Cuori nel maggio del 1988.
Fu accolto dal parroco con gioia. Il desiderio fu di una
catechista che accompagnava un gruppo di bambini alla prima
comunione. Il tempio necessitava di essere pulito e sistemato
per l’importante celebrazione, la catechista, aveva letto un
pensiero di Papa Giovanni XXIII “Chi si occupa della pulizia
del tempio si guadagna un pezzettino di paradiso” e la chiesa
dei Sacri Cuori aveva bisogno di un po’ di cura in più. Così
il venerdì mattina, il giorno prima della Messa di prima
comunione, la catechista convoca alcune amiche per questo
nuovo lavoro.
Il risultato è splendido, non si può più rinunciare a non
vedere brillare la casa di Gesù, quando per le nostre case
abbiamo tanta cura e spendiamo tanto tempo.
Così la settimana dopo si ricomincia, rimane fissato, come
giorno da dedicare a questo servizio, il venerdì mattina in
onore del Sacro Cuore di Gesù.
Si inventa anche un nome per questo gruppo costituito da
signore, lo abbiamo chiamato “ Decoro” il quale continua nel
tempo a svolgere con cura e devozione lì impegno preso senza
mai saltare un solo venerdì, anche d’estate, quando le
famiglie si spostano per le vacanze, rimane sempre qualcuno
che provvede alle necessità del luogo sacro.
Nell’ arco degli anni il gruppo si è consolidato formando una
vera e propria famiglia accogliendo persone nuove che
sostituiscono altre, che per motivi di salute, di famiglia o
lavoro lasciano questo tipo di volontariato parrocchiale.
L’ impegno e la fedeltà, l’ordine e il pulito sono state
notate anche da altri fedeli che hanno preso esempio per
collaborare in altre chiese di Castrovillari organizzandosi in
modo simile.
La comunità dei Sacri Cuori sa che il venerdì mattina dopo la
celebrazione della Santa Messa delle ore 8,00, le porte della
chiesa rimangono chiuse per l intera mattinata per consentire
al gruppo di lavorare. La chiesa dei Sacri Cuori è ancora da
definire come costruzione, manca di tante opere, sia in
muratura che di abbellimento ma nonostante ciò anche se
disadorna, nella sua possente e solenne semplicità, brilla per
il suo pulito.
Un grazie va alle mani benedette di queste donne,
professioniste e non, che credono in questo umile servizio
dedicando poche ore di un solo giorno alla settimana per
tenere pulita la chiesa dove è Gesù, Vivo, Vero, presente
nell’ Eucaristia, nel suo tabernacolo, nostra unica salvezza e
Signore della nostra vita.
Il parroco don Carmine De Franco apprezza infinitamente questo
tipo di servizio e stima le persone che compongono il gruppo,
sostenendole con la preghiera personale. del venerdì mattina
nella santa messa alla quale il gruppo partecipa. Il parroco
fin dal suo insediamento in parrocchia, nel febbraio 1998, ha
sempre dato piena fiducia a questa realtà, umile, preziosa e
attiva, dimostrando la sua delicatezza e gratitudine alle
brave mamme del gruppo “Decoro”
MEMBRI
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Gruppo Catechisti |
MEMBRI
Sr Orlanda BIFANO, Angela RIZZUTO, Rosa Maria BIANCO, Carmela
VINCENZI, Giuliana STABILE, Rosalinda CORIGLIANO, Elisa
MAGNELLI, Gemma RUSSO, Marisa SALLORENZO, Paola IANNITELLI,
Mariella MARTIRE, Patrizia DE MARCO, Graziella GENTILE, Maria
Assunta BLOTTA, Francesca GAUDIO, Antonella BELLUSCI, Fabio
DURSI, Valentina MARTIRE, Maria Francesca PANDOLFI. |
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Prima Comunione - Maggio 2006 |
IL CORO PARROCCHIALE IN OCCASIONE
DELLA CELEBRAZIONE
del sacramento della Confermazione
4 giugno 2006
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Amministrazione del sacramento del Battesimo a un
bambino,della Confermazione a cinquanta ragazzi e la prima
Comunione a Chiara
4 giugno 2006
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Gruppo
Divina Misericordia |
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NOVENA della
DIVINA MISERICORDIA
Gesù stesso chiese a Suor Faustina di scrivere questa
Novena e di recitarla in preparazione della Festa
della Divina Misericordia, la prima domenica dopo
Pasqua. Tale novena comincia il Venerdì Santo. (Diario
1208).
Benché questa Novena ottenga delle grazie particolari
se recitata in questo periodo, essa può essere
recitata in qualsiasi momento dell’anno.
Gesù disse a Suor Faustina: “Desidero che durante
questi nove giorni tu conduca le anime alla sorgente
della mia Misericordia .... |
...
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GRUPPO
“DIVINA MISERICORDIA”
la provvidenza regala alla comunità parrocchiale un’altra
presenza
in preghiera
Alle ore diciotto di giovedì, ventisette gennaio 2006, presso
la parrocchia dei “Sacri Cuori”, si è tenuta, alla presenza
del parroco, don Carmine De Franco, una piccola assemblea
finalizzata a promuovere il culto alla “Divina Misericordia”
tanto sostenuta e zelata da Giovanni Paolo secondo. La
dott.ssa Maria Teresa Aloise, vicepresidente dei medici
cattolici della diocesi di Cassano allo Jonio, accompagnata
dal signor Mario Liparoti e dalle signore Antonella Beltrami e
Rosa Morano, ha fatto richiesta al parroco, Don Carmine, di
diffondere anche presso la parrocchia dei “Sacri Cuori” questa
devozione così personalmente raccomandata dal Signore Gesù a
Santa Faustina Kowalska. Don Carmine, oltre ad accogliere
fraternamente tutti, ha accolto volentieri la proposta. Erano
altresì presenti, oltre alla signora Adele Leone e al signor
Domenico Bergantini, le signore Carmen e Amalia Ammirati, già
adoratrici della Divina Misericordia e responsabili di un
cenacolo nato proprio col fine di adorare con la Vergine
Maria, Gesù, ai piedi della Croce. Tale cenacolo che si tiene
presso l’abitazione del padre di queste ultime, è ormai attivo
da ben tre anni (11.02.2003) e i suoi componenti, per lo più
familiari e parenti, si raccolgono in preghiera
immancabilmente ogni giorno, alle tre pomeridiane,
associandosi, in questo tempo privilegiato, a tutti gli
adoratori della Divina Misericordia sparsi ovunque nel mondo.
Nel corso della riunione è stata sottolineata l’importanza
fondamentale di diffondere e stabilire nella chiesa il culto
alla Divina Misericordia che il Signore Gesù espressamente
richiese a Santa Faustina, culto che ha trovato la sua
espressione più alta nella celebrazione di questa festa nella
seconda domenica di Pasqua, diventata ormai “Domenica della
Divina Misericordia”. Col desiderio, dunque, di presentare
all’attenzione dell’intera nostra comunità parrocchiale questa
che non è soltanto una devozione conforme all’insegnamento
della chiesa ma parte integrante del culto pubblico della
chiesa, sarà fissato quanto prima, il giorno in cui, durante
la celebrazione della S. Messa domenicale, avverrà
l’“intronizzazione” dell’immagine sacra, preceduta e seguita
dalla propria liturgia. Si è, ancora, sottolineata l’urgenza
di propagare il messaggio di Gesù affidato alla mistica
polacca, urgenza che il Santo Padre Giovanni Paolo secondo
volle trasmettere all’umanità all’inizio del nuovo millennio,
quando, il trenta aprile (2000), canonizzò Suor Faustina
Kowalska.
L’assemblea si è sciolta alle ore diciannove, con
l’atteggiamento di fiducia verso Dio e nell’amore operante
verso il prossimo, con la viva certezza che il Signore guiderà
questo “resto” del suo popolo per il compimento di tale santo
proposito.
Castrovillari 27.01.2006
La segretaria
MEMBRI
Amalia Ammirati, Carmen Ammirati,
Mena Ammirati, Salvatore Ammirati, Filomena Ammirati, Rosetta
Bosone, Maddalena Perrone, Domenico Bergantiní, Marina
Pagliaminuta, Antonia Guarini, AdeleLeone, Agnese Mazzitelli,
Lena Di Leone, Ida Sangineto M. Francesca Monteleone, Angela
Provengano, Mimma Morelli, Gisella Chilla, Nunzia Viola,
Angela Milione, Giovanna Bruno.
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