Papa Francesco, a conclusione del Giubileo
Straordinario della Misericordia, ha consegnato
alla Chiesa la Lettera Apostolica,
“Misericordia et Misera sono le due
parole, dice il Papa, che sant’Agostino utilizza
per raccontare l’incontro tra Gesù e l’adultera
(cfr Gv 8,1-11). Non poteva trovare espressione
più bella e coerente di questa per far
comprendere il mistero dell’amore di Dio quando
viene incontro al peccatore: «Rimasero soltanto
loro due: la misera e la misericordia». Quanta
pietà e giustizia divina in questo racconto! Il
suo insegnamento viene a illuminare la
conclusione del Giubileo Straordinario della
Misericordia, mentre indica il cammino che siamo
chiamati a percorrere nel futuro.”
Il Giubileo della Misericordia continua il suo
viaggio, mai interrotto nella storia, ripartendo
con il tempo di avvento.
La Porta Santa della Misericordia della Basilica
Patriarcale in Vaticano, è segno del cuore
aperto di Dio sin dall’eternità, sorgente di
Grazia e Misericordia.
E’ con la tenerezza di questo Cuore che la
Chiesa è chiamata a confrontarsi, continuando il
pellegrinaggio verso l’incontro con Cristo nella
Gloria, punto di arrivo di tutta l’umanità. Lo
ricorda il santo Padre all’Angelus del 27
novembre scorso:
Oggi nella Chiesa inizia un nuovo anno
liturgico, cioè un nuovo cammino di fede del
popolo di Dio. E come sempre incominciamo con
l’Avvento. La pagina del Vangelo (cfr Mt
24,37-44) ci introduce in uno dei temi più
suggestivi del tempo di Avvento: la visita del
Signore all’umanità. La prima visita – sappiamo
tutti – è avvenuta con l’Incarnazione, la
nascita di Gesù nella grotta di Betlemme; la
seconda avviene nel presente: il Signore ci
visita continuamente, ogni giorno, cammina al
nostro fianco ed è una presenza di consolazione;
infine, ci sarà la terza, l’ultima visita, che
professiamo ogni volta che recitiamo il Credo:
«Di nuovo verrà nella gloria per giudicare i
vivi e i morti». Il Signore oggi ci parla di
quest’ultima sua visita, quella che avverrà alla
fine dei tempi, e ci dice dove approderà il
nostro cammino.
La Parola di Dio fa risaltare il contrasto tra
lo svolgersi normale delle cose, la routine
quotidiana, e la venuta improvvisa del Signore.
Dice Gesù: «Come nei giorni che precedettero il
diluvio, mangiavano e bevevano, prendevano
moglie e prendevano marito, fino al giorno in
cui Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di
nulla finché venne il diluvio e travolse tutti»
(vv. 38-39): così dice Gesù. Sempre ci colpisce
pensare alle ore che precedono una grande
calamità: tutti sono tranquilli, fanno le cose
solite senza rendersi conto che la loro vita sta
per essere stravolta. Il Vangelo certamente non
vuole farci paura, ma aprire il nostro orizzonte
... continua
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